La leggenda narra che, prima di diventare trattoria, il locale fosse un laboratorio di scope di saggina, fornitore perfino dello Stato Pontificio. Un giorno la proprietaria cucinò una pasta e fagioli per il marito; il profumo attirò i passanti, che chiesero di poter mangiare. Da allora, iniziarono a servire piatti tipici romani. Le scope durano a lungo, ma si mangia ogni giorno… così nacque la trattoria dallo “Scopettaro” (Credits)